Questo è il contributo online:
http://www.altroconsumo.it/prodotti-per-bambini/scegliere-i-pannolini-il-test-s312833.htm
L'articolo online è solo un sunto: la copia cartacea (noi siamo abbonati) va un po' più nello specifico e si spinge a dire che se si valuta l'intero ciclo di vita dei pannolini (inclusi lavaggi, detersivi asciugatura), addirittura i lavabili avrebbero una produzione di Co2 superiore a quella degli usa e getta. L'articolo mi ha fatto un po' incazzare, non perché creda che i lavabili siano perfetti, o nascano sugli alberi, si autopuliscano e dopo l'espletamento delle loro funzioni si biodegradino nell'orticello, ma perché mi sembra che non valuti, dal punto di vista dei pregi del pannolino, il benessere del bimbo che non è dato solo dalla sensazione di asciutto, e dal punto di vista ambientale il mezzo millennio che ci mettono per biodegradarsi. Tutto ciò sia detto senza demonizzazione per chi usa gli U&G: non ho né ho mai avuto intenti di evangelizzazione: mi limito solo a credere che molte più mamme userebbero i lavabili se li conoscessero.... ma mi pare che ce ne si guardi bene, e che la tendenza sai sempre quella di ridicolizzare il genitore fricchettone di turno che vuole tornare indietro di 50 anni.
Insomma, ieri ho scritto questo in risposta:
Da mamma che usa i lavabili da ormai 2 anni, volevo fare una serie di osservazioni in merito al test sui pannolini del n. 252. Il minore potere traspirante per me è una sorpresa, prima di tutto perché le fibre naturali sono traspiranti per natura, poi perché lo strato esterno è di poliuretano laminato, un materiale lavorato in modo da essere impermeabile alle molecole d’acqua ma non - in parte - all’aria. Certo, deve comunque svolgere la sua funzione impermeabilizzante, quindi la traspirabilità è relativa (meglio sarebbe la lana pura, che è più traspirante e più ecologica ma meno impermeabile) , però quello che non mi spiego è come possa qualsiasi cosa essere meno traspirante deglii usa e getta, che a dispetto del loro aspetto cartaceo all’esterno, hanno uno strato di plastica: cosa può essere meno traspirante della plastica? E se avete ragione voi come mai uno studio tedesco ha evidenziato che la temperatura corporea è più alta di ben 1 grado nella zona pannolino? http://adc.bmj.com/content/83/4/364.abstract
La protezione dall’umidità è minore, è vero, ma questo svantaggio viene azzerato cambiando il bambino più spesso, cosa che sarebbe auspicabile anche e soprattutto con i pannolini usa e getta, le cui maggiori assorbenza e sensazione di asciutto sono ottenute a discapito della salute della pelle dei bambini, grazie a sostanze altamente disidratanti e irritanti che richiedono l’uso costante di creme barriera che i bambini che usano i lavabili nemmeno conoscono. Un aspetto da voi trascurato ma che mi sembra fondamentale nel valutare un pannolino è appunto la reazione dermatologica, e praticamente la totalità di dermatologi e pediatri concordano nell’affermare che l’uso di pannolini usa e getta abbia incrementato considerevolmente l’insorgenza di dermatite da pannolino.
In quanto all’impatto ambientale, le vostre considerazioni sono al limite dell’intellettualmente scorretto: certo, si tratta di prodotti non fatti in casa, quindi che vengono prodotti e trasportati e che alla fine della loro vita andranno in discarica, ma si tratta in ogni caso di tessuti, per una media di 20/25 pannolini a fronte dei 6000 usa e getta: se si vuole dare un consiglio ecologico, si potrebbe allora consigliare di farsi regalare meno tutine da neonato, che vengono utilizzate per poche settimane a fronte dei 3 anni (per bimbo) dei pannolini lavabili. Azzardo inoltre senza tema di smentita che il cotone (che oltretutto nei modelli più ecologici non è sbiancato) sia più biodegradabile della plastica. Lavare a pieno carico e non asciugare in asciugatrice dovrebbe essere poi un’ovvietà per chiunque voglia avere un comportamento se non ecologico anche solo sostenibile, e i pannolini lavabili si possono lavare anche solo a 40 gradi senza ammorbidente e praticamente senza detersivo (se ne mette pochissimo, meno di un quarto della normale dose, o si può addirittura sostituire del tutto con il bicarbonato), anche col resto del bucato. Questo ultimo punto rende vana l’osservazione sulla comodità di non dover lavare, perché con un neonato in casa la lavatrice è comunque sempre in funzione; inoltre la comodità è un concetto relativo: personalmente ho sempre trovato più comodo stendere i pannolini (operazione che si fa in casa, con la musica e il bimbo che gattona lì vicino) rispetto a dover fare il giro dei supermercati con le offerte e riempire il carrello di pacchi scorta di pannolini che poi non so dove stipare in casa.
I modelli di lavabili che avete scelto sono tra i più costosi e uno tra i più ingombranti, mentre ce ne sono di modelli più basici, davvero economicissimi, che possono terminare dignitosamente la propria vita addirittura come stracci per il pavimento.
Infine non avete tenuto conto delle condizioni in cui il prodotto finisce in discarica: un pannolino di cotone pulito, oppure un pannolino di plastica ben chiuso e sigillato che contiene escrementi che causano cattivi odori e sono fonte di agenti patogeni. Mi meraviglio che a fronte di tutte queste considerazioni oggettive, il vostro consiglio per l’ambiente sia... cambiare il pannolino solo quando necessario, vale a dire solo quando fa la cacca, cosa che temo molti genitori già facciano (e che non fa bene affatto ai culetti dei nostri bimbi) ma che non impedisce ai pannolini di essere la terza fonte di rifiuti solidi in discarica.
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Non l'ho ancora inviata perché il mio compagno non si ricorda la login per accedere al sito, ma poi ho pensato di postarla prima qui nel caso qualche mamma più informata di me abbia da aggiungere qualcosa.