Ciao hardmamme! volevo lasciare su questo forum uno scritto che ho prodotto per sostenere l'iniziativa di un gruppo di sostegno all'allattamento delle mie parti, in occasione della settimana mondiale per l'allattamento al seno...
questa la mia testimonianza...ho fatto mia la causa ed oggi sono diventata consulente per l'allattamento, martedì finirò il corso dell'OMS UNICEF... e ne sono felice...spero di poter aiutare altre mamme, come sono stata aiutata io a recuperare un allattamento felice, ma soprattutto a fare una scelta davvero consapevole.
enjoy it
L'aspettavo con ansia questa secondogenita, una figlia femmina dopo 6 anni a
>contatto con il mio primo grande amore, mio figlio Demetrio. Ho saputo
subito
>che era lei, Elena come mia nonna che non l'ha conosciuta, Luna come la
>GNAGNA, una delle prime parole e dei primi amori del fratello, piccolo uomo
>poetico, che aspettando di fare l'astronauta ha voluto questo nome per sua
>sorella. Una gravidanza stupenda, sempre a zonzo con il mio ometto, tra
favole,
>libri, e sempre in acqua, tra nuoto ed un corso per gestanti con
un'ostetrica
>con un nome che adoro, Elettra.
>Ho sempre avuto una certezza: volevo un parto naturale, volevo l'acqua. Il
>primo figlio è nato in acqua e desideravo ripetere l'esperienza, sperando di
>avere anche un travaglio più breve e quindi di partorire con la grinta e le
>forze che mi sono un pò mancate la prima volta. Ho così desiderato di essere
io
>l'unica regista del dare alla luce la mia piccola Luna che alla fine è
andata
>esattamente così. Il 24 febbraio ho nuotato tutta la mattina, e tornata a
casa
>ho avvertito delle leggerissime contrazioni da subito regolari. Ho chiamato
mia
>mamma e mio marito. Ho iniziato a raccontare a mio figlio come era nato lui
e
>gli ho annunciato che probabilmente era giunto il momento di uscire dal
>pancione anche per la sua sorellina. Lui era eccitatissimo ed anche se è
stata
>dura ci siamo separati, io sono partita con mio marito Valerio per Roma, per
>raggiungere la Fabia Mater. Stavo bene, sempre le solite piccole contrazioni
>regolari, ma non essendo primipara ho preferito precedere il travaglio vero
e
>proprio...avevo paura di farla sul Raccordo Anulare...
>Arrivati lì è stato tutto molto veloce, l'attesa per il ricovero che neanche
>volevano effettuare perchè non avevo alcuna dilatazione, l'improvvisa
rottura
>delle acque e l'arrivo dei dolori mentre mi avevano attaccato alla macchina
per
>il tracciato...così mi sono ritrovata sul letto in camera, paralizzata da
>dolori di cui non avevo ricordo nel primo travaglio durato moltissimo, ma
assai
>meno intenso. Ero caduta in uno stato di semi incoscenza, una trance in cui
la
>respirazione profonda e l'attesa dell'onda del dolore sono divenuti come un
>mantra da cavalcare, nell'incredulità di POSSEDERE E NON ESSERE POSSEDUTA
>quell'energia potentissima che mi permetteva solo di respirare-vocalizzare-
>stringere la pallina verde antistress di mio figlio nella mano di mio
marito.
>Eppure c'ero. L'ho domata per circa un'ora, poi ho detto solo "sento
spingere",
>l'ostetrica chiamata da mio marito incredula mi ha visitato ed ha urlato "è
>pronta! di corsa in sala parto!", le spinte sono iniziate in ascensore,
>arrivati giù ho sentito qualcuno dire "lei voleva partorire in acqua...ma è
>vuota la vasca" , io ho risposto energica "IO VOGLIO SOLO PARTORIRE ORA!!!"
>Un salto sul lettino, mi sono accovacciata sul bordo ed ho iniziato a
>spingere, vocalizzando dei suoni pieni e forti, recuperando tra una spinta e
>l'altra, assecondando la bambina ed il suo percorso, ho sentito uscire la
>testa, ho guardato mio marito e la sua espressione estasiata, ho dato
un'ultima
>spinta solo dopo aver ascoltato l'ostetrica dirmi "bene, brava, respira,
>proteggi i tuoi tessuti!" ed ho sentito l'ultima esaltante sensazione:
>L'ESPULSIONE. Lei era lì, ancora attaccata a me con quel cordone, madida di
>sangue, lo sguardo intriso di vita, lo stesso del fratello, e calda e umida
>come la culla della vita, l'ho appoggiata sul mio ventre e sul mio seno. Ero
>estasiata e soddisfatta, nessuna lacerazione, nessuna episiotomia, lei stava
>benissimo ed io anche.
>Avrei voluto ricominciare e rivivere il parto altre dieci, cento volte...chi
>fa l'epidurale non sa cosa si perde...
>Pochi minuti dopo eravamo abbracciate fuori la sala parto, e lei
>immediatamente ha trovato il seno. Ha iniziato la suzione che è andata
avanti
>per due giorni e due notti, quasi ininterrottamente. Avevo qualche ragade e
>avendo già allattato mi ero portata una crema a base di lanolina per lenire
il
>dolore. Ma io desideravo allattare con tutta me stessa. il primo bambino non
ha
>avuto mai problemi, mangiava e cresceva benissimo, divorava il mio latte e
mi
>era dispiaciuto svezzarlo a 7 mesi, ma dovetti farlo per motivi di studio e
>lavoro. Con lei avevo già deciso di allattare più a lungo possibile...ma non
>sempre fila tutto liscio. E' bastato un niente. Un principio d'ittero, un
>innalzamento delle bilirubine, per iniziare l'incubo del neonato
medicalizzato:
>ore passate nel nido aspettando prelievi e visite, continui cambi di turno
dei
>pediatri che cambiavano opinione. Nel frattempo era arrivata la montata
lattea
>e Lelù (questo il suo soprannome) improvvisamente non si attaccava più al
>capezzolo, faceva fatica, agitava la testa davanti al seno e piangeva.
Quando
>riusciva a succhiare poco dopo si addormentava. La suzione non era efficace,
>avevo i seni duri e doloranti, piangevo continuamente e lei continuava a
>perdere peso. Al quarto giorno, anche se avevo chiesto espressamente di non
>farlo, capii che le stavano dando il biberon quando scendeva al nido, perchè
>era tornata addormentata e con la bocca sporca di bianco.
>Ero furibonda, ma anche disperata...volevo solo essere dimessa, contando di
>riprendere in mano la situazione una volta a casa.
>Ma così non fu. Una volta lì lo sconforto, la preoccupazione, il panico
>presero il sopravvento. Tentavo di recuperare la lattazione ma lei non
>succhiava, piangeva e ogni volta che dovevamo ricominciare la poppata era un
>incubo che non comprendevo, continuavo a chiamare il nido dell'ospedale per
>chiedere opinioni o spiegazioni che nessuno poteva darmi. Alla prima visita
>dalla mia pediatra le raccontai sconvolta cosa stava accadendo, e lei con
>assoluta nonchalance pesò la bambina e disse "assolutamente così non va
cara,
>ma non preoccuparti, ora la facciamo mangiare sta bambina" aggiungendo in
>risposta alla mia palesata voglia di allattare "è sempre così, chi vuole
>allattare NON HA LATTE, mentre chi non vuole è piena".
>Uscimmo e comprammo subito in farmacia un latte formula, e corremmo
>preoccupati a nutrire la nostra piccola, con addosso l'urgenza che può avere
>una madre che pensa di aver affamato la propria figlia. Entrambi ci
sentivamo
>colpevoli ed incoscenti, e la guardammo tracannarsi mezzo biberon in un
lampo
>con non poca soddisfazione, nonchè sollevati per aver trovato una luce alla
>fine del tunnel. Ma il primo giorno sotto le direttive della pediatra
>"l'attacchi 5 minuti da una parte e 5 dall'altra, poi le dai il biberon" era
>stato sufficiente per realizzare, biberon dopo biberon, che non si sarebbe
mai
>più attaccata al seno, che non l'avrei allattata...l'idea mi faceva
impazzire,
>non volevo crederci, non potevo accettarlo. Mi venivano in mente gli attimi
>stupendi con il fratello, la bellezza di una poppata en plein air,
l'intimità
>della sacra diade madre-figlio nella notte. Pensavo a tutto questo e le
lacrime
>sgorgavano, bagnando la mia piccola Lelù, goccia dopo goccia, lei liquida
come
>il latte, come l'acqua. Mia madre continuava a ripetermi di non disperare,
sono
>cresciuti bene anche i bimbi allattati artificialmente, mio marito cercava
di
>sollevarmi e ci dicevamo ogni tanto che sarebbe stata una bimba allattata a
4
>mani, anzi a 6, considerando Demetrio...Ma ad un tratto qualcosa cambiò.
Smisi
>di piangere, accesi internet ed iniziai a cercare notizie...La leche league,
>capitai per caso sul sito...lessi per ore senza mai saziarmi, ogni racconto,
>ogni informazione davano vita ad una nuova volontà, a nuove consapevolezze.
>Iniziai a parlare con tutti, a dire ciò che avevo scoperto, che era
possibile
>recuperare la lattazione, che esistevano strumenti per stimolare la
produzione
>del latte, che TUTTE LE MADRI POSSONO PRODURRE LATTE. Convintissima del mio
>obbiettivo capii che dovevo trovare un aiuto, e chiamai una donna che era
stata
>fondamentale in gravidanza, l'ostetrica Elettra. Le raccontai brevemente
cosa
>era successo e lei mi fece subito il nome di una ragazza, Michela, che
faceva
>parte di un'associazione per il sostegno all'allattamento, LA GOCCIA MAGICA
di
>Genzano.
>Non aspettai. Chiamai immediatamente ed iniziai a confrontarmi via telefono
>con Michela, subito pronta all'ascolto e disponibilissima, le dissi le cose
che
>stavo attuando, le raccontai tutta la mia storia e lei cercando sempre di
>spronarmi e di tranquillizzarmi mi disse che ero stata bravissima e l'unica
>cosa sbagliata era stata quella di introdurre l'aggiunta col biberon. Non ci
>potevo credere...quella sensazione avversa ogni volta che le avevo preparato
>quel ritrovato chimico, quel rifiuto viscerale era davvero la vittoria
>dell'istinto materno contro ogni presuntuoso "sapere medico". Mi disse di
>provare a togliere il biberon, di dare l'aggiunta con il cucchiaino, col
>contagocce o con un bicchierino, e si raccomandò di avere fiducia nelle
>capacità di mia figlia.
>Non esitai, presi un cucchiaino di FERRO, e iniziai la tortura della pappa,
>ahimè perchè così fu. Tre ore d'orologio per 30 g. Un giorno e mezzo e la
mia
>piccola Elena era tornata al seno!!!!!!
>Eliminai l'aggiunta il giorno seguente, sapendo che ci sarebbe voluto ancora
>uno o due giorni per vedere il latte scendere di nuovo copioso, ma preferii
>tentare subito così, forte anche delle informazioni e del sostegno di
Michela
>che si era anche offerta di prestarmi un tiralatte elettrico appartenete
>all'Associazione, per poter stimolare ulteriormente la produzione del latte.
>Non ce ne fu bisogno, infatti Lelù iniziò a stare ore ed ore attaccata al
seno,
>giorno e notte, godendosi le poppate. Ma la mia battaglia non era ancora
>finita, perchè avevo ancora una temibile avversaria: la bilancia. La mia
>pediatra voleva vedermi ogni settimana per controllare il peso della bimba e
se
>la prima volta era salita più di 100g, la settimana successiva aveva preso a
>malapena 50g, così dovetti subire la lavata di testa della dottoressa e
vivere
>la settimana successiva sempre in apprensione, cercando di tenere la bambina
>attaccata più tempo possibile, bevendo litri e litri d'acqua e vivendo
>praticamente seduta le 24 ore della giornata. Il primo mese fu terribile, ma
>non mi arresi e andai in sede a trovare Michela diverse volte anche
>successivamente, avendo trovato un gruppo di mamme che allattano a lungo,
che
>si sostengono nelle difficoltà e che fanno informazione non solo sulla
>fisiologia dell'allattamento, ma soprattutto sulle difficoltà psicologiche
>naturali legate al divenire madri, al delicato periodo del puerperio e a
molto
>altro: la gioia dello stare insieme ad allattare i propri bambini ad
esempio,
>l'uso delle fasce porta bebè che ho conosciuto ed in seguito usato
felicemente
>grazie a loro, riportando l'attenzione sempre all'origine della gioia del
>ritrovarsi con il nostro bambino, che sia in un abbraccio, in un lettone-
nido,
>in un "indossare" i nostri figli. Un mondo diverso che segue le regole della
>natura, per l'allattamento o lo svezzamento, altra tappa fondamentale che ho
>potuto iniziare a 6 mesi anzichè a 4 (come voleva la mia pediatra) perchè
ben
>informata stavolta...e senza fretta, che sia un'alimentazione complementare
al
>latte materno, che il seno non è un vizio e non c'è proprio niente da
>svezzare... anzi...ora vado a sbriciolare un biscottino in un pò di buon
latte
>biologico vivo fresco immunizzante appena spremuto, che a Lelù piace tanto
la
>zuppetta!!!
>Alla fine è cresciuta benissimo in questi 6 mesi, ha recuperato e sembra che
>sarà una buongustaia!! Inoltre una soddisfazione personale l'ho avuta alla
>fine...la mia pediatra quando mi vede per i controlli mi dice sempre "va
tutto
>bene, cresce cresce, GRAZIE A TE, TI PORTO SEMPRE COME ESEMPIO..." Ah.
>Menomale. Non sarebbe bello (e giusto) se fossero i pediatri ad indirizzarci
ai
>gruppi di sostegno all'allattamento più vicini? sarei ben felice di
condividere
>I MERITI!!!
>
questa la mia testimonianza...ho fatto mia la causa ed oggi sono diventata consulente per l'allattamento, martedì finirò il corso dell'OMS UNICEF... e ne sono felice...spero di poter aiutare altre mamme, come sono stata aiutata io a recuperare un allattamento felice, ma soprattutto a fare una scelta davvero consapevole.
enjoy it
L'aspettavo con ansia questa secondogenita, una figlia femmina dopo 6 anni a
>contatto con il mio primo grande amore, mio figlio Demetrio. Ho saputo
subito
>che era lei, Elena come mia nonna che non l'ha conosciuta, Luna come la
>GNAGNA, una delle prime parole e dei primi amori del fratello, piccolo uomo
>poetico, che aspettando di fare l'astronauta ha voluto questo nome per sua
>sorella. Una gravidanza stupenda, sempre a zonzo con il mio ometto, tra
favole,
>libri, e sempre in acqua, tra nuoto ed un corso per gestanti con
un'ostetrica
>con un nome che adoro, Elettra.
>Ho sempre avuto una certezza: volevo un parto naturale, volevo l'acqua. Il
>primo figlio è nato in acqua e desideravo ripetere l'esperienza, sperando di
>avere anche un travaglio più breve e quindi di partorire con la grinta e le
>forze che mi sono un pò mancate la prima volta. Ho così desiderato di essere
io
>l'unica regista del dare alla luce la mia piccola Luna che alla fine è
andata
>esattamente così. Il 24 febbraio ho nuotato tutta la mattina, e tornata a
casa
>ho avvertito delle leggerissime contrazioni da subito regolari. Ho chiamato
mia
>mamma e mio marito. Ho iniziato a raccontare a mio figlio come era nato lui
e
>gli ho annunciato che probabilmente era giunto il momento di uscire dal
>pancione anche per la sua sorellina. Lui era eccitatissimo ed anche se è
stata
>dura ci siamo separati, io sono partita con mio marito Valerio per Roma, per
>raggiungere la Fabia Mater. Stavo bene, sempre le solite piccole contrazioni
>regolari, ma non essendo primipara ho preferito precedere il travaglio vero
e
>proprio...avevo paura di farla sul Raccordo Anulare...
>Arrivati lì è stato tutto molto veloce, l'attesa per il ricovero che neanche
>volevano effettuare perchè non avevo alcuna dilatazione, l'improvvisa
rottura
>delle acque e l'arrivo dei dolori mentre mi avevano attaccato alla macchina
per
>il tracciato...così mi sono ritrovata sul letto in camera, paralizzata da
>dolori di cui non avevo ricordo nel primo travaglio durato moltissimo, ma
assai
>meno intenso. Ero caduta in uno stato di semi incoscenza, una trance in cui
la
>respirazione profonda e l'attesa dell'onda del dolore sono divenuti come un
>mantra da cavalcare, nell'incredulità di POSSEDERE E NON ESSERE POSSEDUTA
>quell'energia potentissima che mi permetteva solo di respirare-vocalizzare-
>stringere la pallina verde antistress di mio figlio nella mano di mio
marito.
>Eppure c'ero. L'ho domata per circa un'ora, poi ho detto solo "sento
spingere",
>l'ostetrica chiamata da mio marito incredula mi ha visitato ed ha urlato "è
>pronta! di corsa in sala parto!", le spinte sono iniziate in ascensore,
>arrivati giù ho sentito qualcuno dire "lei voleva partorire in acqua...ma è
>vuota la vasca" , io ho risposto energica "IO VOGLIO SOLO PARTORIRE ORA!!!"
>Un salto sul lettino, mi sono accovacciata sul bordo ed ho iniziato a
>spingere, vocalizzando dei suoni pieni e forti, recuperando tra una spinta e
>l'altra, assecondando la bambina ed il suo percorso, ho sentito uscire la
>testa, ho guardato mio marito e la sua espressione estasiata, ho dato
un'ultima
>spinta solo dopo aver ascoltato l'ostetrica dirmi "bene, brava, respira,
>proteggi i tuoi tessuti!" ed ho sentito l'ultima esaltante sensazione:
>L'ESPULSIONE. Lei era lì, ancora attaccata a me con quel cordone, madida di
>sangue, lo sguardo intriso di vita, lo stesso del fratello, e calda e umida
>come la culla della vita, l'ho appoggiata sul mio ventre e sul mio seno. Ero
>estasiata e soddisfatta, nessuna lacerazione, nessuna episiotomia, lei stava
>benissimo ed io anche.
>Avrei voluto ricominciare e rivivere il parto altre dieci, cento volte...chi
>fa l'epidurale non sa cosa si perde...
>Pochi minuti dopo eravamo abbracciate fuori la sala parto, e lei
>immediatamente ha trovato il seno. Ha iniziato la suzione che è andata
avanti
>per due giorni e due notti, quasi ininterrottamente. Avevo qualche ragade e
>avendo già allattato mi ero portata una crema a base di lanolina per lenire
il
>dolore. Ma io desideravo allattare con tutta me stessa. il primo bambino non
ha
>avuto mai problemi, mangiava e cresceva benissimo, divorava il mio latte e
mi
>era dispiaciuto svezzarlo a 7 mesi, ma dovetti farlo per motivi di studio e
>lavoro. Con lei avevo già deciso di allattare più a lungo possibile...ma non
>sempre fila tutto liscio. E' bastato un niente. Un principio d'ittero, un
>innalzamento delle bilirubine, per iniziare l'incubo del neonato
medicalizzato:
>ore passate nel nido aspettando prelievi e visite, continui cambi di turno
dei
>pediatri che cambiavano opinione. Nel frattempo era arrivata la montata
lattea
>e Lelù (questo il suo soprannome) improvvisamente non si attaccava più al
>capezzolo, faceva fatica, agitava la testa davanti al seno e piangeva.
Quando
>riusciva a succhiare poco dopo si addormentava. La suzione non era efficace,
>avevo i seni duri e doloranti, piangevo continuamente e lei continuava a
>perdere peso. Al quarto giorno, anche se avevo chiesto espressamente di non
>farlo, capii che le stavano dando il biberon quando scendeva al nido, perchè
>era tornata addormentata e con la bocca sporca di bianco.
>Ero furibonda, ma anche disperata...volevo solo essere dimessa, contando di
>riprendere in mano la situazione una volta a casa.
>Ma così non fu. Una volta lì lo sconforto, la preoccupazione, il panico
>presero il sopravvento. Tentavo di recuperare la lattazione ma lei non
>succhiava, piangeva e ogni volta che dovevamo ricominciare la poppata era un
>incubo che non comprendevo, continuavo a chiamare il nido dell'ospedale per
>chiedere opinioni o spiegazioni che nessuno poteva darmi. Alla prima visita
>dalla mia pediatra le raccontai sconvolta cosa stava accadendo, e lei con
>assoluta nonchalance pesò la bambina e disse "assolutamente così non va
cara,
>ma non preoccuparti, ora la facciamo mangiare sta bambina" aggiungendo in
>risposta alla mia palesata voglia di allattare "è sempre così, chi vuole
>allattare NON HA LATTE, mentre chi non vuole è piena".
>Uscimmo e comprammo subito in farmacia un latte formula, e corremmo
>preoccupati a nutrire la nostra piccola, con addosso l'urgenza che può avere
>una madre che pensa di aver affamato la propria figlia. Entrambi ci
sentivamo
>colpevoli ed incoscenti, e la guardammo tracannarsi mezzo biberon in un
lampo
>con non poca soddisfazione, nonchè sollevati per aver trovato una luce alla
>fine del tunnel. Ma il primo giorno sotto le direttive della pediatra
>"l'attacchi 5 minuti da una parte e 5 dall'altra, poi le dai il biberon" era
>stato sufficiente per realizzare, biberon dopo biberon, che non si sarebbe
mai
>più attaccata al seno, che non l'avrei allattata...l'idea mi faceva
impazzire,
>non volevo crederci, non potevo accettarlo. Mi venivano in mente gli attimi
>stupendi con il fratello, la bellezza di una poppata en plein air,
l'intimità
>della sacra diade madre-figlio nella notte. Pensavo a tutto questo e le
lacrime
>sgorgavano, bagnando la mia piccola Lelù, goccia dopo goccia, lei liquida
come
>il latte, come l'acqua. Mia madre continuava a ripetermi di non disperare,
sono
>cresciuti bene anche i bimbi allattati artificialmente, mio marito cercava
di
>sollevarmi e ci dicevamo ogni tanto che sarebbe stata una bimba allattata a
4
>mani, anzi a 6, considerando Demetrio...Ma ad un tratto qualcosa cambiò.
Smisi
>di piangere, accesi internet ed iniziai a cercare notizie...La leche league,
>capitai per caso sul sito...lessi per ore senza mai saziarmi, ogni racconto,
>ogni informazione davano vita ad una nuova volontà, a nuove consapevolezze.
>Iniziai a parlare con tutti, a dire ciò che avevo scoperto, che era
possibile
>recuperare la lattazione, che esistevano strumenti per stimolare la
produzione
>del latte, che TUTTE LE MADRI POSSONO PRODURRE LATTE. Convintissima del mio
>obbiettivo capii che dovevo trovare un aiuto, e chiamai una donna che era
stata
>fondamentale in gravidanza, l'ostetrica Elettra. Le raccontai brevemente
cosa
>era successo e lei mi fece subito il nome di una ragazza, Michela, che
faceva
>parte di un'associazione per il sostegno all'allattamento, LA GOCCIA MAGICA
di
>Genzano.
>Non aspettai. Chiamai immediatamente ed iniziai a confrontarmi via telefono
>con Michela, subito pronta all'ascolto e disponibilissima, le dissi le cose
che
>stavo attuando, le raccontai tutta la mia storia e lei cercando sempre di
>spronarmi e di tranquillizzarmi mi disse che ero stata bravissima e l'unica
>cosa sbagliata era stata quella di introdurre l'aggiunta col biberon. Non ci
>potevo credere...quella sensazione avversa ogni volta che le avevo preparato
>quel ritrovato chimico, quel rifiuto viscerale era davvero la vittoria
>dell'istinto materno contro ogni presuntuoso "sapere medico". Mi disse di
>provare a togliere il biberon, di dare l'aggiunta con il cucchiaino, col
>contagocce o con un bicchierino, e si raccomandò di avere fiducia nelle
>capacità di mia figlia.
>Non esitai, presi un cucchiaino di FERRO, e iniziai la tortura della pappa,
>ahimè perchè così fu. Tre ore d'orologio per 30 g. Un giorno e mezzo e la
mia
>piccola Elena era tornata al seno!!!!!!
>Eliminai l'aggiunta il giorno seguente, sapendo che ci sarebbe voluto ancora
>uno o due giorni per vedere il latte scendere di nuovo copioso, ma preferii
>tentare subito così, forte anche delle informazioni e del sostegno di
Michela
>che si era anche offerta di prestarmi un tiralatte elettrico appartenete
>all'Associazione, per poter stimolare ulteriormente la produzione del latte.
>Non ce ne fu bisogno, infatti Lelù iniziò a stare ore ed ore attaccata al
seno,
>giorno e notte, godendosi le poppate. Ma la mia battaglia non era ancora
>finita, perchè avevo ancora una temibile avversaria: la bilancia. La mia
>pediatra voleva vedermi ogni settimana per controllare il peso della bimba e
se
>la prima volta era salita più di 100g, la settimana successiva aveva preso a
>malapena 50g, così dovetti subire la lavata di testa della dottoressa e
vivere
>la settimana successiva sempre in apprensione, cercando di tenere la bambina
>attaccata più tempo possibile, bevendo litri e litri d'acqua e vivendo
>praticamente seduta le 24 ore della giornata. Il primo mese fu terribile, ma
>non mi arresi e andai in sede a trovare Michela diverse volte anche
>successivamente, avendo trovato un gruppo di mamme che allattano a lungo,
che
>si sostengono nelle difficoltà e che fanno informazione non solo sulla
>fisiologia dell'allattamento, ma soprattutto sulle difficoltà psicologiche
>naturali legate al divenire madri, al delicato periodo del puerperio e a
molto
>altro: la gioia dello stare insieme ad allattare i propri bambini ad
esempio,
>l'uso delle fasce porta bebè che ho conosciuto ed in seguito usato
felicemente
>grazie a loro, riportando l'attenzione sempre all'origine della gioia del
>ritrovarsi con il nostro bambino, che sia in un abbraccio, in un lettone-
nido,
>in un "indossare" i nostri figli. Un mondo diverso che segue le regole della
>natura, per l'allattamento o lo svezzamento, altra tappa fondamentale che ho
>potuto iniziare a 6 mesi anzichè a 4 (come voleva la mia pediatra) perchè
ben
>informata stavolta...e senza fretta, che sia un'alimentazione complementare
al
>latte materno, che il seno non è un vizio e non c'è proprio niente da
>svezzare... anzi...ora vado a sbriciolare un biscottino in un pò di buon
latte
>biologico vivo fresco immunizzante appena spremuto, che a Lelù piace tanto
la
>zuppetta!!!
>Alla fine è cresciuta benissimo in questi 6 mesi, ha recuperato e sembra che
>sarà una buongustaia!! Inoltre una soddisfazione personale l'ho avuta alla
>fine...la mia pediatra quando mi vede per i controlli mi dice sempre "va
tutto
>bene, cresce cresce, GRAZIE A TE, TI PORTO SEMPRE COME ESEMPIO..." Ah.
>Menomale. Non sarebbe bello (e giusto) se fossero i pediatri ad indirizzarci
ai
>gruppi di sostegno all'allattamento più vicini? sarei ben felice di
condividere
>I MERITI!!!
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